E’ iniziato il countdown della desertificazione. Mancano 60 raccolti alla perdita definitiva di fertilità e biodiversità del suolo!
Frenare la desertificazione.
Questa è la mission che Semina Diretta 2.0 no profit da due anni sta portando avanti per tutelare il suolo della nostra penisola.
Le lavorazioni esasperate degli ultimi anni hanno depauperato il suolo di fertilità e biodiversità e sono la principale causa di perdita di terreno, soprattutto in collina e montagna, che ogni anno vede finire nei fiumi e nei mari circa 10 milioni di tonnellate di suolo fertile.
Ogni anno, a causa dell’erosione superficiale, buttiamo nei fiumi 100 anni di duro lavoro della natura (questo infatti è il tempo che ha impiegato la “Natura”, nel senso di biodiversità e agenti atmosferici, per ricostituire il suolo fertile che ogni anno si disperde con le lavorazioni).
Per questo da due anni cerchiamo di diffondere la cultura della semina diretta, tecnica agronomica che, grazie alla possibilità di coltivare senza muovere il terreno, permette negli anni di riportare fertilità e biodiversità nel suolo.
Collaboriamo con Università che ospitano prove decennali di semina diretta che dimostrano il recupero di sostanza organica, fertilità e biodiversità anche in terreni ormai degradati.
Tante sono le attività di Semina Diretta 2.0 no profit per sensibilizzare tutti, perché tutti siamo chiamati a tutelare la fertilità e la biodiversità dei nostri suoli.
Non ci rivolgiamo solo gli agricoltori, comunque attori principali, ma anche alle istituzioni, perché prendano coscienza del fenomeno e all’opinione pubblica tutta, perché faccia pressione per dare forza al messaggio.
Il rischio di desertificazione supera la soglia del 50% nel centro sud Italia, con picchi del 70% in Sicilia (dati ISPRA) e a questo fenomeno, già di per sé drammatico, si aggiunge che l’area interessata dal degrado del suolo ospita la quasi totalità della produzione di grano duro, nostra eccellenza.
La desertificazione dei nostri suoli, quindi, nel centro sud Italia, avrà una ripercussione drammatica soprattutto a livello economico e sociale, quando saremo obbligati ad importare la quasi totalità del grano per la pasta dai mercati esteri e osservare migrazioni interne per risolvere i problemi di occupazione giovanile.
Ma quanto tempo abbiamo per organizzare una strategia per frenare la desertificazione?
60 raccolti!
Secondo la FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) abbiamo ancora circa 60 anni prima di arrivare alla soglia di desertificazione, con terreni che non potranno più produrre raccolti sufficienti per la richiesta mondiale di cibo.
“A meno che non vengano adottati nuovi approcci, nel 2050 la quantità globale di terra arabile e produttiva per persona sarà solo un quarto del livello nel 1960, secondo quanto riferito da Chris Arsenault della FAO, a causa della crescente popolazione e del degrado del suolo”.
“Stiamo perdendo 30 campi di calcio ogni minuto, principalmente a causa di un’agricoltura intensiva” ha dichiarato Volkert Engelsman dell’International Federation of Organic Agriculture Movements.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno e non possiamo più giocare a scaricare la responsabilità su “altri”.
Se ieri la semina diretta poteva essere una scelta agronomica, oggi diventa un obbligo ambientale e sociale, oltre che agronomico.
Ma qualcosa si sta muovendo per tenere finalmente fermo il terreno!
Uno studio condotto da Duncan Cameron dell’Università di Sheffield ha denunciato la situazione critica del suolo inglese che si prevede possa ospitare ancora 100 raccolti. “Dobbiamo fare qualcosa al riguardo e velocemente se vogliamo invertire questo declino. Se il terreno viene ripetutamente rovesciato, viene esposto all’ossigeno e il suo carbonio viene rilasciato nell’atmosfera”.
L’Inghilterra ha dichiarato guerra alla desertificazione.
Il Regno Unito si trova a 30-40 anni di distanza dalla “eradicazione definitiva della fertilità del suolo” in alcune parti del paese, ha avvertito il segretario dell’ambiente Michael Gove, “abbiamo incoraggiato un tipo di agricoltura che ha danneggiato la terra…. I paesi possono resistere a colpi di stato, guerre e conflitti, ma nessun paese può resistere alla perdita del suo suolo e della sua fertilità”. C’è stato un picco nella consapevolezza dell’impatto che le tecniche intensive di coltivazione stanno avendo sui terreni del mondo e sulla sua biodiversità”.
Accogliamo con molto entusiasmo la notizia che l’Inghilterra sta lavorando a una nuova legge sull’agricoltura e sta elaborando contemporaneamente un piano ambientale di 25 anni, finalizzato a riportare i terreni in una situazione accettabile di fertilità e biodiversità.
Rebecca Pow, segretaria parlamentare, ha dichiarato al Guardian che la legge sull’agricoltura, che dovrebbe essere pubblicata entro la fine di quest’anno, conterrà una sezione dedicata alla salute del suolo, nel primo tentativo di invertire decenni di perdite di suolo e minacce alla fertilità per ripristinare la salute del suolo in tutto il paese entro il 2030.
E in Italia?
Anche in Italia abbiamo bisogno di azioni forti e concrete per affrontare la perdita di fertilità e biodiversità dei nostri suoli.
Ci auguriamo che tutti prendano coscienza per agire prontamente ed evitare che il grano duro, con tutto il suo patrimonio sociale e culturale, possa sparire dal territorio italiano.
Agricoltori ed istituzioni giocano sicuramente un ruolo fondamentale in questa particolare battaglia, ma riteniamo che l’opinione pubblica possa essere decisiva per dare una forte accelerazione alle iniziative.
“I paesi possono resistere a colpi di stato, guerre e conflitti, ma nessun paese può resistere alla perdita del suo suolo e della sua fertilità e biodiversità”
Per questo Semina Diretta 2.0 no profit continua la sua battaglia contro la desertificazione.
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