Un perfetto gioco di squadra

La conservazione del suolo passa attraverso il contributo di tutti

Lino Falcone, Semina Diretta 2.0

Ricordo con piacere quando le auto potevano essere rimesse in moto a spinta.

Nel momento meno opportuno, giravi la chiave di accensione e dopo un paio di colpi a vuoto, l’auto si arrendeva e ti piantava lì.

Allora scendevi e cercavi almeno un paio di persone di buona volontà per aiutarti a spingere.

I due si posizionavano nella parte posteriore e tu, come se l’auto fosse un bob da ghiaccio, spingevi facendo presa sullo sportello aperto.

Quando l’auto prendeva un minimo di abbrivio, velocemente, con gesto atletico, ti infilavi nell’abitacolo per ingranare la seconda, lasciando ai compagni di spinta ancora il gravoso compito di dare l’ultima accelerata.

Gioco di squadra perfetto.

Negli anni ottanta siamo partiti con la comunicazione sulla semina diretta, in Italia e nel mondo.

C’erano molte persone che spingevano.

Un po’ per la novità.

“Il fruscio della scopa nuova”: così recita un vecchio adagio per dire che quando l’argomento è nuovo crea un grande entusiasmo intorno.

Un pò per possibili sviluppi di business. Costruttori di seminatrici da semina diretta, fornitori di mezzi tecnici, produttori di attrezzature, media, un pò tutti vedevano grossi successi di mercato.

Un p0′ per fascino.

Era il caso di università ed enti di ricerca o liberi professionisti che investivano parte del loro tempo per studi, prove sperimentali o semplicemente per comunicazione.

Per tutti questi fattori, il contributo da parte del mercato per far partire la macchina della semina diretta è stato veramente importante.

Si potevano avere seminatrici in prova e gli stessi ettari di prova erano sponsorizzati per intero.

Si organizzavano convegni un pò ovunque per parlare di conservazione del suolo ed ognuno cercava di dare il proprio contributo in modo attivo e propositivo.

La macchina della semina diretta si è dimostrata, però, un ostacolo veramente duro ed oggi, a distanza di 30 anni, siamo ad una diffusione appena dello 0,8% contro valori intorno al 30% nel resto del mondo.

Possiamo affermare con certezza che, in Italia, siamo ancora all’anno 0.

Con la differenza che mentre l’attrito statico è lo stesso degli anni iniziali, oggi c’è l’aggravante di non avere il “fruscio della scopa nuova”.

Siamo di fronte ad un bivio, delle due una: rimboccarci di nuovo le maniche per tutelare il suolo in Italia, oppure lasciare che l’attrito statico porti pian piano al completo arresto della macchina.

Occorre, sì, ritrovare entusiasmo, ma soprattutto occorre un perfetto gioco di squadra per fare in modo che tutti i settori della filiera siano informati, formati e consapevoli.

Costruttori di seminatrici, produttori di mezzi tecnici e concimi, costitutori, fornitori di fitofarmaci ma anche stoccatori, molini, pastifici, media e liberi professionisti e, per concludere, aziende agrarie, tutti dovrebbero apportare il loro contributo per permettere alla macchina della conservazione del suolo d’Italia di avere quel giusto abbrivio per avviare il motore.

È vero che tutto sembra decretare una crescita lenta e problematica ma è pur vero che non abbiamo fatto tutto il possibile e soprattutto è mancata una strategia condivisa.

Semina Diretta 2.0 vuole riprendere con decisione e determinazione lo sviluppo della tecnica in Italia, attraverso informazione, formazione, condivisione di strategie e progetti.

Non credo nelle ultime chiamate, ma è pur vero che perdiamo 1 millimetro di suolo fertile per anno e per ridare fertilità ad 1 centimetro di suolo occorrono 1000 anni. Diciamo che le ultime chiamate si stanno riducendo.

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