​Impatti del global warming su agricoltura e flussi migratori​

La superficie del Sahara è aumentata a causa del global warming. Agricoltura e ​migrazioni gli ambiti con maggior impatto.

​​Il Sahara, il deserto più grande del mondo che si estende per oltre 3,5 milioni di miglia quadrate, ha visto aumentare la sua superficie più del 10% nel secolo scorso a causa di una combinazione di variazioni climatiche (incremento di GHG) per cause naturali e ​per attività antropiche​, secondo una nuova ricerca pubblicata sul Journal of Climate (29 marzo 2018 on line).

In particolare il global warming, conseguenza delle emissioni di gas serra (CO2 ed equivalenti) è una delle cause maggiori di tale fenomeno.

Questo fenomeno sta influenzando i movimenti della cella di Hadley, un tipo di circolazione che muove l’aria dall’equatore alle aree subtropicali, asciugandola e alimentando molti deserti subtropicali, incluso il Sahara, la cui superficie si stima sia aumentata del 10%.

“Le nostre stime sono specifiche per il Sahara, ma probabilmente sono applicabili anche per gli altri deserti del mondo “, ha detto Sumant Nigam, professore di scienze atmosferiche e oceaniche all’Università del Maryland, “il cambiamento climatico probabilmente allargherà la circolazione di Hadley, causando l’avanzata verso nord dei deserti subtropicali”.

Il team rileva che le aree intorno al Sahara, che un tempo erano regioni non desertiche, oggi possono essere classificate come deserti (definiti come luoghi con precipitazioni medie molto basse, in genere inferiori ai 100 mm per anno).

I ricercatori hanno scoperto che mentre il Sahara si espande, il Sahel (zona di transizione ecoclimatica e biogeografica in Africa tra il Sahara a nord e la savana sudanese a sud) si ritira, sconvolgendo i fragili ecosistemi delle praterie con conseguenze drammatiche per le società agricole insediate nella regione.

“Il Lago Chad, che si trova al centro di questa zona di transizione, usato per valutare le mutevoli condizioni nel Sahel, mostra un bacino che si sta prosciugando”, ha spiegato il professor Nigam.

Questo studio mostra come il cambiamento del clima sta evidentemente riducendo la quantità di terra fertile a disposizione dell’agricoltura.

Ciò potrebbe avere un impatto drammatico sulle comunità locali come prima conseguenza e sulle popolazioni del pianeta in generale, a causa delle migrazioni forzate che si potrebbero generare.

L’agricoltura contribuisce alle emissioni di CO2 equivalente per una quantità prossima al 30%.

Con l’applicazione della tecnica agronomica della semina diretta possiamo contribuire a mitigare tale immissione di CO2 nell’atmosfera frenando il cambiamento climatico.

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