Buon Natale a Pietro Stancovich, il padre della semina diretta.

Su una superficie di 100 piedi quadrati, senza alcuna lavorazione del terreno, Pietro depose semi di grano coperti con paglia per un pollice.

“L’inverno fu molto rigido …. la terra nuda era gelata e molte piante perirono…sotto la nostra paglia il terreno rimase soffice e la nostra semenza non aveva sofferto”.

“Nella primavera vi fu un insistente siccità; ma nel mentre che tutti i contorni languivano, i nostri fusti crebbero sempre vigorosamente …. al riparo della paglia che mantenne umido il terreno”.

“Cosi ebbimo uno dei più bei raccolti… che destò l’ammirazione di molti curiosi”.

Questo Natale vogliamo dedicarlo al canonico Pietro Stancovich la persona che ha intuito e applicato, per la prima volta, la semina diretta del grano.

Negli ultimi mesi la nostra attenzione è stata ancorata a cambiamenti climatici, gas serra, CO2, fertilità, biodiversità, desertificazione e ci siamo dimenticati del padre della semina diretta.

In occasione del Santo Natale sentiamo l’esigenza di fermarci un attimo, tornare indietro nel tempo, soffermarci qualche momento sui tempi eroici quando l’intuito viaggiava ben oltre le conoscenze scientifiche.

Pietro Stancovich, originario dell’Istria, era membro dell’Accademia del Cimento.

Già allora non si voleva perder tempo in inutili discussioni senza collegamenti con la realtà e tutte le sessioni dell’accademia venivano introdotte con la seguente precisazione: “ qui non è lecito dir cose già note, se non come preparazione, come legame, come prova delle novità che si adducono “.

Insomma, cari scienziati, cerchiamo di esser concreti.

La sua preziosa testimonianza ci arriva dalla prima metà dell’800 quando l’agricoltura ancora non era stata investita dalle pressioni dell’industria meccanica e dalle logiche della globalizzazione.

Il nostro canonico volle dare seguito alla sua intuizione, avanti per i suoi tempi: il grano poteva essere seminato e coltivato senza aratura.

Seguendo la sua indole si lanciò nelle valutazioni più estreme e bizzarre per arrivare a scrivere il suo capolavoro: il Formento seminato senza aratura, zappatura, erpicatura e senza letame animale. Primo esperimento eseguito nel castello di Barbana dell’Istria nell’anno MDCCCXLI.

Le sue attente ricerche in varie parti del globo ed indietro nel tempo, fino all’antica Grecia, lo avevano convinto che la pianta non aveva bisogno di terreno mosso, anzi, numerose testimonianze andavano esattamente in senso contrario.

E allora “ In un avvenimento così maraviglioso non resta che dare eccitamento a molteplici esperimenti, ai quali tanto meno può esservi nulla in contrario, in quanto che per la semplicissima loro esecuzione è appena possibile che non riescano”.

Era praticamente impossibile fallire.

Grazie Pietro per la geniale intuizione.

Buon Natale

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