Livello del mare in aumento: 33 le aree a rischio in Italia

Temperature in aumento a causa della CO2 nell’atmosfera come mai sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni

Si prevede una netta accelerazione dell’innalzamento del Mar Mediterraneo nei prossimi cento anni. Mentre negli ultimi mille anni si è innalzato di circa 30 cm.

È quanto emerge da una ricerca sulle variazioni del livello del Mediterraneo coordinata dall’ENEA, che dimostra come le previsioni al 2100 potrebbero essere già superate per un’evidente accelerazione dell’innalzamento del livello dei mari, dovuta principalmente al cambiamento climatico.

Lo studio, appena pubblicato sulla rivista scientifica Quaternary International dell’editore Elsevier, è stato realizzato insieme a ricercatori dell’INGV e delle Università di Roma “La Sapienza”, Bari “Aldo Moro”, Lecce, Catania, Haifa (Israele), Parigi e Marsiglia (Francia).

“La ricerca ha preso in esame l’innalzamento del nostro mare in un arco temporale mai studiato prima”, spiega Fabrizio Antonioli del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti dell’ENEA, che ha coordinato lo studio.

“Si tratta di un’evidente accelerazione, dovuta principalmente al cambiamento climatico causato dall’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera, che negli ultimi quattro anni ha superato in modo stabile il valore di 400 ppm, un livello mai toccato sulla Terra negli ultimi 23 milioni di anni”.

In Italia l’indagine si è concentrata in tre aree del sud – Scario (Salerno), Torre Santa Sabina, vicino Otranto (Lecce) e Punta Penne (Brindisi) – dove il livello del mare si è innalzato di circa 15 cm negli ultimi mille anni.

“In Italia – conclude Antonioli – sono 33 le aree a rischio a causa dell’aumento del livello del mare. Le zone più estese si trovano sulla costa settentrionale del mare Adriatico tra Trieste e Ravenna, altre aree particolarmente vulnerabili sono le pianure costiere della Versilia, Fiumicino, le Piane Pontina e di Fondi, del Sele e del Volturno, l’area costiera di Catania e quelle di Cagliari e Oristano. Il massimo aumento del livello delle acque è atteso nel Nord Adriatico dove la somma del mare che sale e della costa che scende raggiungerà valori compresi tra 90 e 140 centimetri”.

L’agricoltura contribuisce in modo importante alle emissioni di CO2 e di protossido d’azoto nell’aria, in gran parte attraverso le arature più o meno profonde.

La semina diretta, non rivoltando il terreno come avviene con le arature, permette di contenere l’emissione nell’atmosfera dei due gas serra più nocivi, grazie ad un consistente sequestro nel terreno.

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