Il consumo di suolo alla presentazione del Rapporto ISPRA-SNPA. Lievi cenni agli impatti sull’agricoltura
“Ogni giorno, in Italia, si perdono 2 aziende agrarie”.
Così Andrea Segrè ha aperto i lavori per la presentazione del Rapporto Ispra-Snpa sul “Consumo di Suolo in Italia 2018“, presentato ieri, 17 luglio, alla Camera, sottolineando come la perdita di 15 ha al giorno di suolo equivale alla superficie di due aziende agrarie medie italiane.
“Il suolo è una risorsa vitale e fondamentale non rinnovabile”, ha detto il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Sergio Costa, puntualizzando come “non possiamo permetterci di perdere 52 Kmq di suolo e di mettere a rischio il 90% dei servizi ecosistemici”, concetto rafforzato da Stefano Laporta (presidente ISPRA e SNPA) “Il freno al consumo del suolo è alla base dello sviluppo sostenibile”.
Michele Munafò (responsabile Area Monitoraggio uso suolo e territorio ISPRA), presentando la quinta edizione del rapporto ISPRA, ha evidenziato alcuni numeri che non possono non colpirci.
In Italia, nell’ultimo anno, abbiamo perso 5.200 ha di suolo (15 ettari al giorno, 2 mq al secondo) con effetti negativi sulla capacità di stoccare carbonio pari a 1,5 milioni di tonnellate e sul ruscellamento pari a potenziali 200 milioni di mq di acqua.
Gran parte del fenomeno della cementificazione riguarda il suolo agrario con immaginabili conseguenze ambientali ed agronomiche.
Il tema principale della giornata tuttavia è stato l’impatto che il consumo di suolo ha sulle aree urbane, toccando solo marginalmente il settore agricolo.
Il rapporto non offriva spunti tali da affrontare, in quella sede, il tema della perdita di ettari fertili e vivi ed è auspicabile che vengano dedicati maggiori spazi all’argomento in altre occasioni.
Semina Diretta 2.0 no profit ritiene che occorrano politiche agrarie che tutelino il suolo agrario soprattutto in pianura, dove è massimo il consumo di suolo come è massima la presenza antropica.
“Il nostro territorio presenta il 20% di pianure ed il restante 80% di colline e montagne, ma la presenza dei cittadini esprime un rapporto esattamente contrario: 80% vive in pianura ed il 20% vive in collina e montagna” ha evidenziato il Ministro Costa, affermando l’importanza di agire in modo deciso sul consumo del suolo in pianura dove questo manifesta i numeri più alti.
Noi aggiungiamo che il freno al consumo del suolo in pianura deve essere attenzionato in modo particolare anche alla luce del fatto che le pianure italiane presentano le percentuali più alte di fertilità e biodiversità, a differenza, purtroppo, dei terreni collinari e montani con un rischio d’improduttività molto alto, con picchi superiori al 50% nel centro sud Italia.
La cementificazione va a distruggere definitivamente le poche possibilità di rigenerazione di un suolo agrario che ha necessità di applicare, per un periodo congruo, pratiche agronomiche sostenibili, tese a riportare fertilità e biodiversità, come la semina diretta.
Semina Diretta 2.0 no profit continuerà ad approfondire l’argomento e coinvolgerà le figure che maggiormente possono dare un contributo attivo.