Dal 24 maggio l’Italia sta consumando più risorse naturali di quante il nostro Paese ne può produrre nell’arco di un anno.
L’Overshoot Day è la giornata in cui il pianeta esaurisce le risorse a nostra disposizione.
Da qui in poi iniziamo a utilizzare risorse che il pianeta non ha e che non riesce a rigenerare nel corso dell’anno e dei successivi.
“Ciò significa che attingiamo con sempre maggiore frequenza alla ricchezza naturale che spetterebbe alle generazioni future” (FAO).
“È dagli anni Settanta che l’homo sapiens ha iniziato a vivere in deficit ecologico.
E ogni anno la data dell’Overshoot day arriva sempre prima. Intere generazioni nascono già con un enorme debito, non solo economico. Deforestazione, erosione del suolo, perdita degli habitat naturali e della biodiversità, aumento delle emissioni di CO2 (siamo già sopra quota 410 parti per milione) sono le conseguenze attuali, che stiamo già registrando a livello globale”. (Rudi Bressa, Lifegate).
Per soddisfare il nostro attuale fabbisogno di risorse naturali ci servirebbero 1,7 pianeti Terra.
Alla fine degli anni Novanta l’Overshoot day cadeva in settembre, progressivamente quella data è arrivata sempre prima, fino al 2 agosto nel 2017.
“Il nostro pianeta è una risorsa esauribile, ma le possibilità umane non lo sono – ha affermato Mathis Wackernagel, ceo di Global Footprint Network e co-creatore dell’Impronta Ecologica. – Vivere all’interno delle capacità di un solo pianeta è la nostra unica possibilità per un futuro prospero”. Secondo Wackernagel se riuscissimo a posticipare l’Overshoot Day di 4-5 giorni ogni anno, entro il 2050 potremmo ritornare ad utilizzare le risorse di un solo pianeta.
Anche l’agricoltura può contribuire a mitigare questo trend prevalentemente con un maggiore sequestro di CO2.
Le arature creano grandi masse di CO2 che vengono immesse nell’atmosfera, circa il 30% della CO2 in eccesso, contribuendo al deficit ambientale ed a fenomeni molto impattanti il nostro pianeta quali il global warming ed i cambiamenti climatici.
La tecnica agronomica della semina diretta permette di bloccare le emissioni di CO2 nell’aria tutelando la fertilità e la biodiversità dei nostri suoli e a frenare i gravi fenomeni di erosione superficiale che provocano perdite drammatiche di suolo fertile con gravi danni per l’agricoltura e per le infrastrutture.
In Italia il 24 Maggio abbiamo consumato le risorse che la natura mette a disposizione, con ben tre mesi di anticipo rispetto alla data mondiale.
Con questo ritmo avremmo bisogno di 2,6 pianeti Terra.
Il Wwf spiega che “oggi meno di un quarto della superficie delle terre emerse resta libero da sostanziali impatti umani. Il degrado dei suoli mondiali sta deteriorando completamente il benessere di almeno 3,2 miliardi di esseri umani”.
“In Italia il consumo di suolo ha fatto sì che circa 23.000 chilometri quadrati del territorio nazionale siano ormai persi con i loro rispettivi servizi ecosistemici, e che si sia passati dal 2,7 % di suolo consumato negli anni ’50, al 7 % nel 2016.
In Italia si sta trasformando suolo con una velocità che viene stimata in 3 metri cubi al secondo”. (Lifegate)